
Ora però parliamo anche di lei, elegante nella forma, funzionale sotto ogni aspetto; inserita in un contesto davvero ammirevole (oltretutto, vista la stagione, è alquanto invidiabile) è una protagonista del nostro Festival: la “casetta” per eccellenza.

In realtà è un centro pulsante che per una settimana di preparativi fino ai due giorni della grande kermesse, assolve ad una funzione straordinaria: traduce in azioni una serie di progetti, preparativi e …ansie che ci hanno accompagnato per un anno intero. Infatti la maggior parte delle persone che vivono il weekend del Monza Sport Festival difficilmente si immagina che il “grande evento” richieda una vigilia lunga intensamente vissuta nella casetta. Una decina di giorni prima, infatti, ecco arrivare i vari materiali cartacei, come manifesti e pieghevoli, necessari alla conferenza stampa; dal martedì vi convergono tutti i fornitori dell’USSMB per consegnare le bobine degli striscioni in tessuto-non-tessuto, i gonfiabili, i pass, le schede di partecipazione e l’indispensabile scorta di vettovagliamento. In quei giorni è anche un continuo andirivieni di esponenti delle società partecipanti per svolgere i necessari sopralluoghi logistici e si risponde con la collaudata organizzazione dove nessuno si tira indietro: l’intero gruppo della presidenza affiancato da quella mezza dozzina di generosi ed affidabili consiglieri che recitano a memoria i rispettivi ruoli. E qui si rivela imprescindibile il coordinamento con il personale dell’Autodromo la cui collaborazione si è sempre espressa con la massima professionalità.
E siamo al venerdì, a poche ore dal taglio del nastro, ed è chiaro che dall’alba al tramonto ferve febbrile l’attività; i conciliaboli e le verifiche affinché l’indomani “lo spettacolo abbia inizio” annunciato dallo speaker con la consueta formula: “Buongiorno, sono le otto e trenta della prima giornata di questa edizione del Festival; il presidente Mazzo e il Direttivo dell’USSMB vi danno il benvenuto alla Casetta Beta, sul viale centrale”, è il riferimento consolidato. Il momento è emozionante per tutti, anche per chi è un veterano del Festival e la casetta diventa una protagonista fondamentale: è il centro dell’organizzazione che vede concretizzarsi tutto il lavoro preparatorio definito la sera del giorno prima. Dall’ampia porta in cristallo è un andirivieni di chi ritira le chiavi dei box, espone le esigenze dell’ultima ora e per tutti c’è sempre la risposta pronta ed esauriente. Nell’ampio salone o fuori, comodamente seduti sotto gli alberi, si notano i vari ruoli che, grazie alla sua struttura polivalente, l’edificio è in grado di esprimere: cabina di regia, reception, punto d’accoglienza o luogo d’incontro con vari esponenti del mondo sportivo, giornalisti, amici e chiunque voglia vedere “da dentro” il cuore pulsante del Festival.
La “casetta”, oltre a quello di rappresentanza, sa svolgerne egregiamente anche un altro, quello di piacevole intrattenimento quando sui tavoli, coperti da tovaglie, piatti e bicchieri, si posano vassoi di salame, ceste di pane, bottiglie di buon vino (dominano prosecco e lambrusco) e, quale premio alla fatica di tutti, anche immancabili squisiti pasticcini. Siamo all’atto finale, al “dopo teatro”, alla conviviale entrata ormai nella tradizione.
Si vivono momenti molto nostri che sanno però aprirsi a tutti; accanto a noi, sulle nostre panche, vengono a sedersi sia l’operaio che ha appena smesso di manovrare il muletto, che l’operatore della protezione civile o il dirigente d’azienda. Si vive insieme la degna conclusione di un’annata di idee, di progetti e poi, quando è ormai sera, nel chiuderci il cancello alle spalle sappiamo già che …la storia continua.
Fabrizio Ciceri e Gianmaria Italia







